Un esame del sangue per diagnosticare il Parkinson: la speranza comincia a diventare realtà
2ª Intervista al Prof. Mauro Fasano - Responsabile del Laboratorio di Biochimica e Proteomica, Dipartimento di Scienze Biomediche, Informatiche e della Comunicazione, Divisione di Ricerca Biomedica, Università dell'Insubria, Busto Arsizio, Italia
JH: Professore, alla fine del 2010 mi ha raccontato i suoi piani per mettere a punto un esame del sangue per diagnosticare la malattia di Parkinson. Mi ricordo che pensava di esaminare i globuli bianchi, che sono cellule dopaminergiche come i neuroni che si ammalano nel Parkinson. Pensava di potere trovare, tramite la proteomica, differenze da sfruttare per mettere a punto l’esame
MF: È esattamente quello che abbiamo fatto. Siamo riusciti a trovare una serie di 20 proteine che differiscono tra i globuli bianchi dei pazienti parkinsoniani ed i globuli bianchi di persone sane. Abbiamo poi messo a punto un test per assegnare a ciascun soggetto un punteggio che indica la possibilità di avere la malattia.
JH: Ha provato a vedere se il test funziona in clinica?
MF: Sì, abbiamo eseguito uno studio su 35 soggetti, tra cui pazienti affetti da malattia di Parkinson, pazienti affetti da parkinsonismo atipico (per la precisione, atrofia multisistemica detta anche MSA) e controlli sani. Abbiamo visto che il test ha permesso di diagnosticare correttamente la malattia di Parkinson, distinguendo anche malattia di Parkinson ed MSA.
JH: L'esame non ha mai commesso errori?
MF: Il test ha commesso un solo errore su 35. Ha classificato correttamente tutti i pazienti affetti da malattia di Parkinson. È un risultato ottimo, perché, contrariamente a quanto si pensa, nessun test è perfetto. E su questi numeri osserviamo un'affidabilità del 99%.
JH: Pensate di brevettarlo?
MF: Abbiamo depositato una domanda di brevetto nazionale in dicembre a nome dell’Università dell'Insubria e dell'Università di Torino con la quale abbiamo collaborato per lo studio clinico. Adesso vorremmo chiedere l’estensione internazionale e condurre studi su campioni di pazienti più numerosi per calcolare con maggiore precisione l'affidabilità del test, ma per questo occorrono fondi di cui attualmente non disponiamo. Cerchiamo qualcuno che sia disponibile a finanziarci.
JH: Finora chi vi ha finanziato?
MF: L'Associazione Amici Parkinsoniani Piemonte, una ONLUS legata alla Sezione di Torino di AIP che desideriamo ringraziare pubblicamente per averci permesso di arrivare fino a qui.
JH: Grazie per avere fornito l’aggiornamento e per il tempo che mi ha dedicato. Le auguro di trovare i fondi per proseguire le sue interessanti ricerche.
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