Dopaminoagonisti o levodopa nel Parkinson in fase iniziale? Nessuno dei due ritarda la necessità di una stimolazione cerebrale profonda
Molti pazienti ci chiedono se la levodopa è la causa di complicanze motorie come le discinesie e se è meglio rimandarne l'inizio di assunzione.
Alcuni studi importanti hanno dimostrato che rimandare l'assunzione di levodopa non riduce la probabilità di sviluppare complicanze motorie.
Dunque il consenso internazionale è che non vi è alcun fondamento scientifico per posticipare, se necessario iniziarlo, il trattamento con levodopa.
Vero è che la levodopa in fase iniziale è associata ad un miglioramento motorio maggiore, migliore tollerabilità ma maggiore probabilità di sviluppare movimenti invontari (discinesie) rispetto ai dopaminoagonisti, che a loro volta sono associati a maggiori effetti collaterali (come nausea, ipotensione, sonnolenza, disturbo del controllo degli impulsi, ecc).
E' fondamentale dunque ribadire che la terapia del Parkinson deve essere ritagliata sul singolo paziente, quindi consigliata sulla base della storia clinica, della obiettività neurologica e di altri importanti fattori che il neurologo prende in considerazione.
Questo argomento è stato studiato anche da un punto di vista nuovo, cioè è stato disegnato uno studio con l'obiettivo di stabilire se la scelta della terapia iniziale per il Parkinson, con levodopa o con dopaminoagonista, avesse un impatto nello sviluppo di complicanze motorie tali da richiedere una terapia avanzata come la stimolazione cerebrale profonda (DBS).
In estrema sintesi, questo studio retrospettivo, che ha incluso 438 pazienti sottoposti a DBS nel Toronto Western Hospital in Canada, dei quali 312 avevano iniziato il trattamento per il Parkinson con levodopa e e 126 con dopaminoagonista, suggerisce che lo sviluppo di complicanze motorie che richiedono una DBS è indipendente dalla tipologia del primo trattamento dopaminergico.
Un risultato che dovrà essere confermato da studi su un numero di pazienti più grande e in Centri DBS differenti, ma che mette in evidenza ancora una volte il ruolo della levodopa nel trattamento del Parkinson.
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