Efficace, ma poco tollerata
E’ stata effettuata una sperimentazione clinica multicentrica negli Stati Uniti in 109 pazienti affetti da malattia di Parkinson, che rispondevano alla levodopa, assumevano dosi stabili di farmaci anti-parkinson e presentavano periodi giornalieri in OFF (quando la levodopa non funziona) per almeno due ore al giorno con una nuova formulazione di apomorfina, un dopamino agonista attualmente somministrato come infusione per via sottocutanea tramite una pompa.
Lo studio iniziava con un periodo di titolazione della dose di apomorfina da testare (da 10 a 35 mg) e poi il paziente veniva assegnato casualmente all’apomorfina sotto forma di pellicola sottolinguale oppure a terapia con placebo (una pellicola dall’aspetto identico, ma privo di apomorfina) per 12 settimane. Alla fine del periodo è stato valutato il miglioramento dal basale fino a 30 minuti post somministrazione del punteggio motorio UPDRS, che è stato mediamente di -11,1 nel gruppo apomorfina e pari a -3,5 nel gruppo placebo. Gli effetti indesiderati più frequenti riguardavano la bocca e la gola (31%) dei pazienti trattati con apomorfina vs 7% dei pazienti trattati con placebo ed hanno determinato la sospensione del trattamento nel 17% dei pazienti trattati con apomorfina rispetto al 2% dei pazienti trattati con placebo. Altri effetti indesiderati dell’apomorfina sono stati la nausea (28%), sonnolenza (13%) e capogiro (9%).
Gli autori hanno concluso che la pellicola sublinguale di apomorfina rappresenta terapia efficace al bisogno per episodi di OFF anche se parecchi pazienti hanno presentato intolleranza locale.
Fonte: Olanow CW e coll Lancet Neurology online 6 dicembre 2019