Parkinson e genetica. Il gene GBA
Le mutazioni geniche che possono essere presenti all’interno del nostro DNA si dividono in mutazioni responsabili di malattia e mutazioni che aumentano il rischio d’esordio della malattia stessa, con una capacità di causare la malattia differente a seconda del tipo di mutazione.
Tra le mutazioni associate ad un aumentato rischio di sviluppare la malattia di Parkinson sta avendo un’ampia risonanza nel mondo scientifico e tra i pazienti il gene della glucosilceramidasi beta ( il gene GBA) che rappresenta il più comune fattore genico associato alla malattia.
I pazienti portatori di mutazioni del gene GBA hanno spesso delle caratteristiche cliniche peculiari quali un esordio di malattia più precoce e una più rapida evoluzione dei sintomi sia motori che non motori.
Proprio per valutare la prevalenza (cioè il numero di soggetti portatori della mutazione presenti in una popolazione) e la penetranza (cioè la frequenza con cui, data una certa mutazione, si manifesta un certo tipo di malattia) abbiamo eseguito uno studio su un’ampia popolazione, 4923 pazienti, seguiti negli anni presso il Centro Parkinson dell’ASST Pini-CTO, di cui 3832 con malattia di Parkinson e 95 con demenza a corpi di Lewy (parkinsonismo associato a demenza) confrontando i risultati con 7757 soggetti di controllo.
Sia sui pazienti che sui controlli è stata eseguita la ricerca delle mutazioni più frequenti del gene GBA, che sono risultate presenti in 308 pazienti e 170 controlli sani. I pazienti portatori presentavano diagnosi di demenza a corpi di Lewy nel 25.8% dei casi e diagnosi di malattia di Parkinson nel 6.7% dei casi.
Inoltre è stata eseguita una valutazione del rischio di sviluppare la malattia nei soggetti sani portatori delle mutazioni, che appare più elevato rispetto ai soggetti non portatori. Dal punto di vista clinico non ci sono differenza di genere (gli uomini portatori si ammalano come le donne portatrici, anche se ad un'età lievemente più alta), mentre è più bassa l’età di esordio della malattia ed è più alto il rischio di deficit cognitivo nei portatori di alcuni sottotipi di mutazione.
Dunque dall'analisi dei differenti sottotipi di mutazione GBA si è visto chiaramente che per la penetranza, l’esordio e la progressione della malattia, nonché la presenza di eventuali complicanze, non è solo importante la ricerca della mutazione, ma anche il tipo di mutazione.
Alla luce di questi risultati, la ricerca delle mutazioni sul gene GBA, tramite un semplice prelievo di sangue venoso, è di grande importanza sia da un punto di vista prognostico, che da un punto di vista clinico e terapeutico: infatti sono in corso alcuni studi farmacologici rivolti ai portatori di questa mutazione, e la ricerca scientifica si sta concentrando in particolare sui pazienti con Parkinson e mutazioni genetiche per sviluppare farmaci che siano in grado di modificare l'andamento della malattia.
a cura del dott. Salvatore Bonvegna, neurologo, Centro Parkinson, ASST Gaetano Pini-CTO