Tavapadon efficace nel Parkinson iniziale
Nuovo dopamino agonista in sviluppo
In occasione del Convegno Internazionale sulla malattia di Parkinson e Disturbi del Movimento che si è tenuto recentemente a Nizza in Francia, è stato presentato un poster con i risultati di uno studio clinico di fase II su un nuovo dopamino agonista chiamato tavapadon (noto anche come PF-06649751).
Lo studio era di confronto con il placebo (un preparato identico ma senza principio attivo) secondo un disegno randomizzato (con assegnazione casuale al placebo oppure attivo) ed in doppio cieco (né i pazienti, né i ricercatori sapevano chi stava prendendo cosa). Sono stati inclusi 57 pazienti aventi da 45 a 80 anni di età nelle fasi iniziali della malattia. La terapia è stata somministrata complessivamente per 15 settimane (9 settimane di aggiustamento della dose e poi a dose fissa per 6 settimane). L’endpoint principale di efficacia era la variazione del punteggio motorio sulla scala UPDRS rispetto al basale.
Il punteggio motorio è diminuito sia nel gruppo trattato con il placebo che in quello trattato con tavapadon, ma la riduzione con quest’ultimo è stata significativamente maggiore (-9.0 punti rispetto a -4,3 punti). Non sono stati segnalati problemi con la sicurezza e tollerabilità di tavapadon. L’aderenza alla terapia è stata parti all’82%.
L’azienda titolare di tavapadon ha dichiarato che questi risultati sono incoraggianti e che stanno pianificando uno studio di fase III in un numero maggiore di pazienti nel 2020, anche se uno studio clinico precedente non ha evidenziato efficacia in pazienti in fase avanzata.
Alcuni dopamino agonisti sono già disponibili sul mercato (pramepexolo, ropinirolo, rotigotina). Questi farmaci vanno a stimolare in recettori D2 e D3 per la dopamina, mentre tavapadon stimola i recettori D1 e D5. Rimane da chiarire quali possono essere gli effetti di tale differenza in clinica.