Smettere la terapia anticolesterolo con le statine aumenta il rischio di Parkinson
Uno studio in più di 43800 soggetti
A Taiwan il Servizio Sanitario Nazionale prevede la sospensione della terapia anti-colesterolo con le statine quando il paziente ha raggiunto il valore di colesterolo desiderato. Ricercatori interessati allo studio del rapporto tra statine e Parkinson hanno valutato se questo aveva un impatto sulla frequenza di comparsa del Parkinson in 43810 adulti aventi tra i 50 e 99 anni di età senza sintomi parkinsoniani alla sospensione.
Hanno riscontrato che il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson era più bassa del 58% dei pazienti che continuavano la terapia a base di statine rispetto a quelli che la sospendevano. Andando a valutare le singole molecole, hanno osservato che il fenomeno era limitato alle statine che si sciolgono nei grassi, specie nelle donne trattate con simvastatina (riduzione pari all'89%) e negli anziani trattati con l'atorvastatina (riduzione pari al 79%). Una spiegazione logica è che le molecole che si sciolgono nei grassi riescono a penetrare attraverso la barriera emato-encefalica ed entrare nei tessuti cerebrali, mentre le molecole che si sciologono in acqua non lo fanno.
In un editoriale, esperti affermano che l'osservazione è interessante e va approfondito, ma che ci potrebbero essere spiegazioni alternative per il fenomeno.