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Sempre più dubbi su preladenant

pensatore rodinL'antagonista dei recettori dell'adenosina A2A

Preladenant è il capostipite di una nuova classe di farmaci anti-Parkinson, gli antagonisti dei recettori dell’adenosina A2A. Era stato efficace nel ridurre il tempo medio in OFF nelle 24 ore rispetto al placebo in aggiunta alla terapia dopaminergica in uno studio randomizzato (con assegnazione casuale della terapia) con un gruppo di controllo con placebo (terapia dall’aspetto identico, ma inerte) in 253 pazienti con malattia di Parkinson e fluttuazioni motorie. In questo studio di fase 2 la riduzione media nell’arco delle 24 ore, dopo terapia aggiuntiva per 12 settimane, rispetto al placebo era clinicamente significativa: 1 ora in meno al dosaggio di 5 mg, 1,2 ore in meno al dosaggio di 10 mg (2011).

Purtroppo gli studi di fase 3 pubblicati finora non hanno confermato questi risultati. Nel 2015 sono stati pubblicati due studi, uno di confronto con il placebo, l’altro di confronto con rasagilina ed il placebo. Gli studi erano multicentrici con partecipazione di centri nel Nord America, in Europa, India e Sud Africa e reclutamento di più di 1000 pazienti. In entrambi gli studi preladenant non era stato più efficace del placebo nel ridurre il tempo medio in OFF. Erano sorti dubbi sulla interpretazione dei risultati perché anche rasagilina non era risultata più efficace del placebo.

Ora è stato pubblicato un altro studio di confronto con il placebo in 111 pazienti giapponesi affetti da malattia di Parkinson e fluttuazioni motorie. Anche in questo studio preladenant non è stato più efficace del placebo

Fonte: Hattori e coll Parkinsonism Relat Disord 2016; 32: 73-79