Psicofarmaci e Parkinson
Negli anziani aumentano il rischio di sviluppare la malattia
E’ noto che alcuni tipi di psicofarmaci detti anche neurolettici possono avere come effetto collaterale lo sviluppo di sintomi parkinsoniani. In genere è sufficiente sospendere la terapia per ottenere la regressione completa di tali sintomi
Ricercatori francesi hanno seguito quasi 3.000 anziani per 15 anni, di cui 117 hanno sviluppato parkinsonismo e 43 malattia di Parkinson. Hanno rilevato che il 22% dei soggetti con parkinsonismo ed il 33% dei soggetti con malattia di Parkinson erano stati trattati con psicofarmaci, mentre tale percentuale era inferiore tra i soggetti che non si sono ammalati. Hanno calcolato che il rischio di sviluppare una malattia vera e propria era aumentata di tre volte tra gli anziani trattati con psicofarmaci neurolettici (in particolare 3.6 per le benzamidi e 2.6 per le fenotiazine). Gli autori consigliano di limitare l’uso dei psicofarmaci tra gli anziani.
Fonte: Foubert-Samier e coll Neurology 2012; 79: 1615-1621
Ricercatori francesi hanno seguito quasi 3.000 anziani per 15 anni, di cui 117 hanno sviluppato parkinsonismo e 43 malattia di Parkinson. Hanno rilevato che il 22% dei soggetti con parkinsonismo ed il 33% dei soggetti con malattia di Parkinson erano stati trattati con psicofarmaci, mentre tale percentuale era inferiore tra i soggetti che non si sono ammalati. Hanno calcolato che il rischio di sviluppare una malattia vera e propria era aumentata di tre volte tra gli anziani trattati con psicofarmaci neurolettici (in particolare 3.6 per le benzamidi e 2.6 per le fenotiazine). Gli autori consigliano di limitare l’uso dei psicofarmaci tra gli anziani.
Fonte: Foubert-Samier e coll Neurology 2012; 79: 1615-1621