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Le terapie anti Parkinson che modificheranno l'andamento della malattia

scelteUn articolo interessante, da poco pubblicato sulla rivista Lancet Neurology, fa il punto sui farmaci attualmente in fase di studio per rallentare o arrestare la progressione della malattia di Parkinson, che sono numerosi e agiscono su diversi fronti.

 

Lo sviluppo di queste terapie, che in inglese sono chiamate disease-modifying, rimane una priorità sia per i pazienti che per i ricercatori.
Ad oggi, ancora nessun farmaco ha dimostrato di avere evidenza inequivocabile di rallentare o arrestare la progressione del Parkinson.
Una migliore comprensione della patogenesi del Parkinson (cioè del meccanismo attraverso cui si sviluppa la malattia), associata all'analisi dei risultati degli studi osservazionali sui pazienti, e alla scoperta di biomarcatori di progressione della malattia,  dovrebbero insieme aumentare notevolmente la probabilità di identificare con successo trattamenti che arrestino e rallentino la progressione del Parkinson.  
Oggi i farmaci che si stanno studiando agiscono ciascuno su diversi meccanismi che contribuiscono a causare il Parkinson, tra cui l'aggregazione di α-sinucleina, la  neuroinfiammazione, la disfunzione mitocondriale e lisosomiale, e la suscettibilità neuronale selettiva.
In un futuro non lontano le nuove tecniche per misurare i livelli di α-sinucleina, di neuroinfiammazione, di disfunzione mitocondriale e lisosomiale e persino il tipo di microbioma intestinale di un individuo, oltre alla identificazione del genotipo (il pannello genetico), consentiranno di scegliere il miglior farmaco per ogni paziente cioè di utilizzare realmente la medicina di precisione, quella medicina che si propone di analizzare tutte le dimensioni del singolo individuo, in modo da disegnare il trattamento in base alle caratteristiche individuali. 
 
 

 Fonte: Vijiaratnam N, et al.  Progress towards therapies for disease modification in Parkinson's disease. Lancet Neurol. 2021 Jul;20(7):559-572.