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L’enzima COX2 è la chiave per conseguire la neuroprotezione nella malattia di Parkinson?

Livelli elevati di COX2 nell’encefalo di pazienti parkinsoniani ed efficacia degli inibitori della COX2 nel topo

E’ stato stabilito che l’infiammazione riveste un ruolo fondamentale nei processi neurodegenerativi ed indagini epidemiologiche hanno messo in luce un nesso tra consumo regolare di antiinfiammatori non steroidei (i cosiddetti FANS) e protezione dalla malattia di Parkinson. Il meccanismo di azione dei FANS consiste nella inibizione dell’ enzima ciclo-ossigenasi (COX), che si presenta in una forma fondamentale coinvolta nella biosintesi di sostanze fondamentali per il corpo, quali le prostaglandine (COX-1), ed in una forma secondaria (COX-2) coinvolta nei processi infiammatori. In uno studio condotto su encefali donati per la ricerca, è stato rilevato che i livelli di COX-2 erano più elevati nei neuroni dopaminergici di pazienti parkinsoniani che nei neuroni dopaminergici di soggetti sani. In seguito a questo rilievo è stato svolto uno studio nel topo, in cui veniva indotta la morte dei neuroni dopaminergici tramite una neurotossina, la MPTP. Nei topi pretrattati con un inibitore della COX-2 la sopravvivenza neuronale era due volte più elevata (88% rispetto al 41% dei neuroni). Tuttavia, il farmaco non ha ridotto il processo infiammatorio e si ritiene che il meccanismo alla base del suo effetto neuroprotettivo sia una azione antiossidante. Gli inibitori della COX-2 sono disponibili in commercio per il trattamento sintomatico della artrosi.

http://www.sciencedaily.com/releases/2003/04/030408085115.htm