Le statine non ridurrebbero il rischio di malattia di Parkinson
Presentazione al convegno ANA a Baltimora 16-18 ottobre u.s.
In occasione del convegno annuale della American Neurological Association (ANA), il Dr. Huang del Penn State College of Medicine della Pennsylvania ha presentato i risultati di una indagine svolta su 21.559 pazienti parkinsoniani, i cui dati erano stati inseriti nella banca dati MarketScan, che contiene i dati sanitari relativi a più di 30 milioni di persone aventi tra i 40 e 65 anni di età tra il 2008 ed il 2012. L’obiettivo della indagine era di valutare il ruolo di farmaci che abbassano il colesterolo nel sangue, soprattutto le statine (i farmaci più usati a questo scopo) , per cui esistono evidenze a supporto di un ruolo protettivo contro il Parkinson.
I pazienti con malattia di Parkinson sono stati identificati in base ad una diagnosi formale, uso di farmaci anti-parkinson oppure intervento DBS.
Contrariamente a quanto rilevato in passato, il Dr Huang ha rilevato un aumento del rischio di malattia di Parkinson del 61%, dopo correzione per età, sesso e malattie concomitanti (diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica). Il rischio era particolarmente alto durante il primo anno di uso di una statina (rischio quasi raddoppiato).
Il Dr. Huang ha indicato come possibile spiegazione il blocco della sintesi di un potente antiossidante naturale (il coenzima Q10) essenziale per il funzionamento dei mitocondri, piccoli organelli nelle cellule adibite alla produzione di energia. Nel Parkinson il funzionamento di questi organelli è difettoso. Un'altra spiegazione è che livelli elevati di colesterolo sono protettivi nel Parkinson.
Ha inoltre fornito una spiegazione per i risultati contrari in passato: la mancanza di aggiustamenti dei calcoli per tenere presente gli effetti di livelli di colesterolo diversi.
Fonte: Medscape Medical News 2016