Esposizione ad antibiotici aumenta il rischio di Parkinson (forse)
Scoperta finlandese a favore della teoria del microbiota
Negli ultimi anni è emersa una nuova teoria in base al quale la malattia di Parkinson sarebbe dovuta ad alterazioni della flora intestinale, la principale componente del microbiota ovvero l’insieme dei microorganismi che colonizzano e convivono con il corpo umano. I germi patogeni oppure tossine rilasciate da loro viaggerebbero lungo il nervo vago che collega il sistema nervoso centrale poco sotto il cervello (il tronco encefalico) con l’intestino.
Ricercatori finlandesi hanno effettuato uno studio retrospettivo sui dati contenuti nei registri sanitari nazionali. Hanno esaminato i dati relativi a 13976 pazienti affetti da malattia di Parkinson e 40697 controlli sani senza la malattia. Hanno rilevato che il consumo di alcuni tipi di antibiotici (macrolidi, lincosamidi) era associato ad un aumento di sviluppare la malattia di Parkinson pari al 40% (OR = 1.41) e che il rischio aumentava anche con il consumo di antibiotici contro i germi anaerobi, tetracicline, sulfamidici e farmaci antifungini.
Dato che gli antibiotici notoriamente alterano la flora batterica intestinale, questa scoperta è stata considerata una evidenza a favore della teoria che il microbiota alterato sarebbe all’origine della malattia di Parkinson.
Fonte: Mertsalmi TH e coll Mov Disord online 18 novembre 2019