Cannabidiolo con tetraidrocannabinolo nel Parkinson: uno studio randomizzato
La Cannabis ha guadagnato crescente attenzione per i possibili usi clinici, anche nella malattia di Parkinson.
Il cannabidiolo è una sostanza chimica presente nella pianta Cannabis sativa. Questa pianta, che contiene moltissime sostanze chimiche note come cannabinoidi, è anche chiamata marijuana o canapa.
Due sostanze chiave della cannabis sono il cannabidiolo e il tetraidrocannabinolo.
Uno studio appena pubblicato sulla rivista Movement Disorders aveva l'obiettivo è studiare l'efficacia e la tollerabilità a breve termine di cannabidiolo con tetraidrocannabinolo nella malattia di Parkinson. I pazienti hanno assunto una soluzione orale di cannabidiolo e tetraidrocannabinolo (fino alla dose di 2,5 mg/kg/giorno) o placebo per 2 settimane. L'outcome primario, cioè la misura dell'esito, era il cambiamento del punteggio motorio della scala MDS-UPDRS. In breve, i risultati mostrano che diverse valutazioni hanno avuto una significativa risposta al placebo, in particolare il sonno, le funzioni cognitive e le attività della vita quotidiana. Nel complesso gli eventi avversi sono stati lievi e segnalati maggiormente nel gruppo che assumeva cannabidiolo e tetraidrocannabinolo.
Dunque la breve durata e la significativa risposta al placebo limitano l'interpretazione degli effetti, ma, in sintesi, non ci sono stati benefici, forse un peggioramento delle funzioni cognitive e del sonno, e si sono verificati molti eventi avversi lievi.
Bisogna anche dire che l’effetto placebo è ben documentato, se ne conosce in parte il meccanismo, ed è molto modesto, di breve durata; si annulla con l’aumentare della numerosità dei pazienti degli studi e quando si considerino misure di outcome oggettive. Dunque saranno fondamentali studi con una durata e un numero di pazienti maggiori per confermare questi risultati.
Fonte: https://movementdisorders.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/mds.29768