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Vitamina E e malattia di Parkinson

vitamina E

La vitamina E è una sostanza liposolubile con un forte potere antiossidante.

I composti della vitamina E hanno effetti neuroprotettivi poiché in grado di ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo.
Lo scopo del presente studio, basato su dati raccolti dal 2009 al 2018 dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), è stato quello di indagare l'associazione tra l' assunzione di vitamina E nella dieta e il rischio di malattia di Parkinson in un gruppo di 13.340 adulti statunitensi di età superiore ai 40 anni. L'assunzione dietetica di vitamina E è risultata essere inversamente associata al rischio di malattia di Parkinson. Lo studio ha inoltre mostrato come l’età possa influenzare negativamente questa associazione. Considerando la crescente prevalenza della malattia di Parkinson e le potenziali proprietà neuroprotettive della vitamina E, questa scoperta ha implicazioni significative sia per la salute pubblica che per la pratica clinica. Suggerisce infatti che garantire livelli sufficienti di vitamina E nella dieta possa essere cruciale per ridurre il rischio di malattia di Parkinson, rappresentando una possibile strategia di intervento per i pazienti. Tuttavia, sono necessarie ricerche più approfondite per svelare i meccanismi sottostanti e indagare a fondo i potenziali vantaggi e svantaggi dell’integrazione alimentare di vitamina E.
DOVE TROVIAMO LA VITAMINA E?
La vitamina E è una vitamina liposolubile, quindi viene assorbita dal nostro intestino se assunta insieme ad una porzione di grassi. È molto diffusa negli alimenti, soprattutto nelle olive e nella frutta secca (nocciole, arachidi, ecc.). La si trova anche nei cereali e nelle verdure a foglia verde. È presente in buone quantità nell’olio extravergine d’oliva, uno dei protagonisti della dieta mediterranea. L’olio extravergine d’oliva, oltread essere ricco di questa vitamina, contiene alti livelli di acidi grassi monoinsaturi, sostanze in grado di ridurre i livelli colesterolo ldl e quindi il rischio cardiovascolare. Si tratta di un alimento poco saziante ma allo stesso tempo ad alto contenuto calorico, utile nei casi di eccessivo calo ponderale. Inoltre, svolgendo un effetto lubrificante a livello intestinale, migliora la consistenza delle feci riducendo il rischio di stitichezza, sintomo spesso presente nei pazienti affetti da malattia di Parkinson.

A cura della Dott.ssa Serena Caronni, Biologa nutrizionista, e della Dott.ssa Michela Barichella, Medico Dietologo.

FONTE: Xiaoqian Hao 1 2, Haiyan Li 3 4, Qinglian Li 1, Da Gao 1, Xiaoling Wang 1, Chunxiao Wu 1, Qizhang Wang 1, Meiling Zhu 1 3 4Dietary vitamin E intake and risk of Parkinson's disease: a cross-sectional study.Front Nutr. 2024 Jan 5:10:1289238.  doi: 10.3389/fnut.2023.1289238. eCollection 2023.