Skip to main content

Vitamina D e salute del cervello: uno studio osservazionale randomizzato.

vitamina DL’obiettivo dello studio è stato dimostrare l’importanza di adeguati livelli sierici di vitamina D nella prevenzione di malattie come demenza e ictus.

 

La vitamina D, prodotta maggiormente dall’organismo umano in seguito dell’esposizione ai raggi solari, è una vitamina molto importante per il nostro organismo. In particolar modo, svolge un ruolo principe nella salute delle ossa e maggiori sono l’evidenze scientifiche che sottolineano l’importanza di tale vitamina nella prevenzione di alcune patologie, come in questo caso demenza e ictus. 
Per dimostrare la relazione tra vitamina D e demenza e ictus sono state seguite circa 294000 persone (prevalentemente donne) monitorate da esami del sangue e strumenti di neuroimaging per un periodo di 10 anni.
Alla luce delle analisi effettuate, è stato possibile evidenziare come i livelli sierici di vitamina D minori di 25 nmol/L aumentano il rischio di demenza e ictus. Nello specifico, la vitamina D sembrerebbe esercitare un maggiore effetto benefico sulla prevenzione della demenza rispetto l’ictus. Infatti, una carenza di vitamina D causerebbe una probabilità del 54% di sviluppare demenza rispetto alle persone i cui livelli sono normali mentre il 17% della demenza potrebbe essere prevenuto aumentando i livelli sierici di vitamina D a 50 nmol/L.
Consiglio nutrizionale:
Il fabbisogno giornaliero di vitamina D varia in base all’età e, in assenza di fattori di rischio, è di circa 400 unità al giorno.  
È noto che la vitamina D può essere ottenuta dall'esposizione al sole di almeno 30 minuti al giorno e da fonti alimentari naturali, come nell’olio di fegato di merluzzo, in alcuni pesce grassi, nelle uova, nel latte e nei suoi derivati.
L'esame della vitamina D si effettua attraverso un prelievo di sangue, ne è suggerito il dosaggio periodico.  
Nei soggetti in cui non sia possibile raggiungere una produzione sufficiente di vitamina, e quando attraverso la dieta non si riesca a compensare, è possibile procedere a un’integrazione attraverso la prescrizione di numerosi integratori.

A cura di: Dott.ssa Maria Carmela Macchione, Biologa Nutrizionista e Dott.ssa Carlotta Bolliri, Biologa Nutrizionista

FONTE:  Shreeya S Navale, Anwar Mulugeta, Ang Zhou, David J Llewellyn, Elina Hyppönen. The American Journal of Clinical Nutrition. 4 agosto 2022

 

parkinsonews