Disbiosi intestinale nella Malattia di Parkinson
Con “microbiota intestinale” si intende l'insieme dei microrganismi che popola il nostro tratto digerente.
Si tratta di oltre mille miliardi di batteri, virus e funghi (suddivisi in generi) che, comunicando tra di loro, agiscono come se fossero un unico organismo e svolgono funzioni importanti per la salute dell'uomo.
Il ruolo del microbiota intestinale nella malattia di Parkinson è oggetto di numerose indagini. Il presente lavoro ha analizzato nel 2019 tutti gli studi che avessero confrontato il microbiota intestinale di pazienti parkinsoniani con quello di un gruppo di soggetti sani.
I risultati dei 21 studi selezionati hanno mostrato un aumento dei generi Akkermansia e Bifidobacterium e una diminuzione dei generi Roseburia e Faecalibacterium nei pazienti affetti da malattia di Parkinson rispetto al gruppo di soggetti sani.
Questa distribuzione potrebbe causare un’aumentata infiammazione a livello intestinale. Un intestino infiammato potrebbe a sua volta consentire ad alcuni agenti patogeni di attraversare le pareti intestinali e di entrare nel sistema nervoso dei pazienti.
Questo risultato potrebbe quindi confermare l’ipotesi secondo cui la patologia possa, in alcuni casi, avere inizio a livello intestinale per poi diffondersi secondariamente al cervello, causando neurodegenerazione (body-first).
CONCLUSIONE:
Si riconferma l’ipotesi secondo cui l’intestino giochi un ruolo molto importante nella malattia di Parkinson. Come suggerito dalle “Line Guida ESPEN (Società Europea per la Nutrizione Clinica e il Metabolismo) per la Nutrizione Clinica in Neurologia”, una dieta sana ed equilibrata ed uno stile di vita attivo risultano essere fondamentali per il benessere dell’intestino. Probiotici, latte fermentato e integratori a base di fibre, possono migliorare notevolmente le funzionalità intestinali e rappresentare quindi un valido supporto alla dieta.
A cura delle dott.sse Serena Caronni, Biologa Nutrizionista e Michela Barichella, Medico Dietologo