Che cosa deve sapere riguardo all’alimentazione il paziente parkinsoniano?
Dr.ssa Michela Barichella – 38° Convegno Nazionale AIP
Medico nutrizionista, Centro Parkinson ASST G. Pini-CTO, Milano
L'aspetto nutrizionale deve essere inserito nella gestione generale del paziente, subito dopo la diagnosi.
Per i pazienti a cui è stata prescritta la levodopa, è importante seguire una dieta a ridistribuzione proteica, ovvero mangiare gli alimenti ricchi di proteine solo alla sera, perché le proteine possono interferire con l'assorbimento del farmaco.
Uno studio, che la Dr.ssa Barichella ha appena completato con la sua equipe, ha confrontato le abitudini nutrizionali dei pazienti parkinsoniani rispetto ai controlli. Lo studio ha evidenziato che i parkinsoniani mangiano di più, in generale, rispetto alle persone sane e che, in particolare, consumano più proteine. È stato anche osservato una correlazione tra la quantità di proteine ingerita e la quantità di levodopa assunta per controllare la sintomatologia del paziente: chi mangia più proteine ha bisogno di più levodopa.
L'unico alimento che i parkinsoniani assumono in quantità minore rispetto alle persone sane è l'acqua. Le linee guida consigliano alle persone con più di 65 anni di bere 2 litri di acqua al giorno e l'assunzione di acqua da parte dei parkinsoniani è nettamente inferiore (circa la metà). Questo può peggiorare un sintomo della malattia ovvero la stitichezza, presente in circa il 60% dei pazienti.
Pertanto, si consiglia ai malati di ridurre l'assunzione delle proteine e di aumentare l'assunzione di acqua.
Si consiglia di mangiare alimenti aventi una consistenza adeguata per ridurre il rischio di disfagia (difficoltà a deglutire). A questo proposito l'esperienza africana ha insegnato molto: in Ghana il tasso di disfagia tra i parkinsoniani è più basso e questo potrebbe dipendere dalla morbidezza ed omogeneità dei cibi che mangiano.
Per avere indicazioni generali sulla dieta, si consiglia di leggere la guida rossa dell'AIP. I pazienti che necessitano di una visita dietologica possono essere visitati al Centro Parkinson, presso presso la Struttura di Dietetica diretta dalla Dr.ssa Barichella. Quando un paziente viene visitato, viene sottoposto ad una serie di test per individuare la eventuale presenza di disfagia, stitichezza e scialorrea (eccessiva salivazione), secondo criteri riconosciuti a livello internazionale. Viene inoltre calcolato l'indice di massa corporea detto BMI, che permette di stabilire se un paziente è in sovrappeso oppure è sottopeso. L'approccio viene descritto dalla Dr.ssa Pinelli, che descrive i mezzi terapeutici a disposizione per il controllo di questi sintomi. La disfagia viene controllata modificando la consistenza degli alimenti ingeriti, per la stipsi il paziente può imparare a modificare il suo comportamento (bere più acqua, ingerire più fibre, fare attività fisica).