Inizia studio con cellule fetali umane in Inghilterra e Svezia
Primo trapianto già avvenuto per metà nel primo paziente
Ricercatori dell'Università di Cambridge in una intervista sulla rivista New Scientist hanno affermato di avere trapiantato cellule fetali di origine umana (feti abortiti) in un paziente affetto da malattia di Parkinson. Il trapianto è avvenuto solo da una parte perché per un trapianto è necessario materiale da tre feti e non vi era materiale a sufficienza.
I ricercatori hanno ricordato che sono state effettuate sperimentazioni con le cellule fetali negli anni 90. Secondo loro, questa metodica va rivalutata. Negli anni 90 è stata dichiarata inefficace, ma nel frattempo è stato documentato che le cellule fetali impiegano anni a sviluppare connessioni nervose ed a inserirsi nei circuiti nervosi. L'efficacia è stata documentata anni dopo la conclusione degli studi e l'efficacia è stata tale che alcuni pazienti non hanno dovuto più prendere i farmaci antiParkinson.
I ricercatori prevedono di inserire altri 19 pazienti nella sperimentazione, ma non possono prevedere i tempi, perché non sanno quando donne che hanno abortito doneranno il feto necessario.
Per superare questo problema prevedono di passare in futuro ai neuroni dopaminergici derivati o da cellule staminali embrionali oppure da cellule staminali indotte.
Nota della Fondazione Grigioni: gli scienziati di Cambridge non menzionano il fatto che oltre alla scarsa efficacia, il metodo fu abbandonato perché in alcuni casi le cellule fetali si sono inserite nei circuiti nervosi in maniera sbagliata, determinando movimenti involontari impossibili da controllare.
La Fondazione sponsorizza studi sull'uso di neuroni dopaminergici derivati direttamente da cellule mature della pelle per superare i problemi etici collegati all'uso di cellule fetali e cellule staminali embrionali.