Freezing: nuova speranza dal Laboratorio per l'Analisi del Movimento
Scoperta possible causa e messa a punto di DBS adattativa
Circa il 20-30% dei pazienti parkinsoniani sviluppano il “Freezing” (= congelamento) ovvero il fenomeno per cui improvvisamente sentono di avere i piedi incollati al pavimento e non riescono più a camminare. Il fenomeno è pericoloso perché compare all’improvviso ed è associato ad un elevato rischio di caduta. Comporta una grave compromissione della qualità di vita, perché compromette l’autonomia. Attualmente non esistono terapie per questo sintomo.
Nel Laboratorio per l’Analisi del Movimento a Würzburg è stata registrata l’attività della corteccia cerebrale motoria e del nucleo subtalamico prima, durante e dopo la comparsa del freezing ed è stato scoperto che durante questi episodi i pazienti mostrano una perdita funzionale della connettività tra queste due regioni cerebrali. In altre parole è come se smettessero temporaneamente di comunicare. Si tratta di una scoperta importante che verrà pubblicata a breve sulla prestigiosa rivista internazionale di neurologia Brain.
Il prossimo passo è di replicare questa tipologia di analisi anche nel nuovo laboratorio a Milano al fine di approfondire la problematica.
Successivamente, sarà possibile mettere a punto una terapia mirata. Esiste già una terapia chirurgica per la malattia di Parkinson che prevede la stimolazione del nucleo subtalamico ovvero la stimolazione cerebrale profonda detta DBS. Oggi esistono nuovi dispositivi per una stimolazione cerebrale profonda (DBS) di tipo adattativo, nonché metodi di programmazione computerizzata dei neurostimolatori che permettono un trattamento sempre più personalizzato e specifico. Questi dispositivi potranno essere utilizzati per mettere a punto una terapia per il freezing basata sulla DBS.
Fonte: Prof Volkmann e Prof Isaias, Università di Wurzburg (Germania), Conferenza Stampa, Milano 31 maggio 2019